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Nerio Alessandri, il protagonista di Rimini Wellness

Sul fronte B2B della ottava edizione di Rimini Wellness l’indiscusso protagonista è stato senza dubbio Nerio Alessandri, presidente e fondatore di Technogym, l’azienda italiana leader nel mondo nella fornitura di prodotti, servizi e soluzioni per il fitness e il wellness.

nerio alessandri convegno anif

Alessandri, un vero e proprio terremoto di ottimismo, è stato letteralmente sul pezzo durante la kermesse del benessere ritagliandosi il ruolo di trascinatore non soltanto della sua azienda ma di tutto il settore del fitness e del wellness.


Attesissimo relatore nei due convegni dell’ANIF, Nerio Alessandri ha caricato di pensieri positivi centinaia di imprenditori e manager invitando tutti a restare uniti e concentrati in un momento di crisi e a cercare costantemente la via dell’innovazione per sostenere la crescita del settore.

Durante i tragitti dalle sale conferenza all’area riservata agli stand si è fermato nei corridoi della fiera a salutare e a parlare con numerosi operatori del mercato improvvisando mini dibattiti e confronti.

Da vero leader aziendale, ha incitato e sostenuto fin dal primo giorno presso lo stand Technogym i suoi collaboratori impegnati in attività promozionali e di beneficenza.

stand technogymNavigando in rete, sulle pagine on line de Il Resto del Carlino, abbiamo trovato un’ interessante intervista fatta da Matteo Naccari a Nerio Alessandri alla vigilia di Rimini Wellness.

Vi riproponiamo una parte dell’articolo nel quale Nerio Alessandri sottolinea e spiega l’importanza del wellness per il nostro Paese.

Alessandri, insomma star bene conviene?
«Sì. Conviene allo Stato, ad esempio, per ridurre la spesa sanitaria. E conviene alle imprese per avere maggiore produttività. Senza dimenticare che è l’unico modo per ottenere la vera ecosostenibilità».

Numeri?
«Alcuni studi calcolano che una riduzione del 10% delle malattie cardiovascolari può produrre un aumento del Pil di un punto: meno ricoveri e medicine, oltre a lavoratori più attivi. Senza dimenticare che oggi il 97% della spesa sanitaria è dedicato a cure e medicine e soltanto il 3% alla prevenzione».

Una prevenzione che può arrivare attraverso l’esercizio fisico. La strada da fare è ancora molta, non crede?
«Ho lanciato dieci anni fa l’idea di trasformare la Romagna nella Wellness Valley. Le nostre idee e le nostre iniziative sono state presentate ai vari governi che abbiamo avuto e in giro per il mondo. In Romagna abbiamo creato un laboratorio dove realizzare questo progetto, con l’obiettivo di mettere in pratica i concetti del wellness nel turismo, nelle imprese, nelle scuole e così via».

Con l’idea di esportare questo modello ovunque.
«E’ così. Ripeto, la wellness economy può aiutare sì la crescita della Romagna, ma contemporaneamente quella di tutta l’Italia».

Ma secondo lei le imprese italiane hanno a cuore il benessere dei propri dipendenti?
«In Italia tutto il sistema del welfare andrebbe ridefinito. Non c’è sostenibilità. Nelle aziende, della salute dei dipendenti se ne occupa lo Stato. Altrove, in molti Paesi all’estero, è diverso: si ricorre alle assicurazioni. Ecco, a chi investe in benessere per i lavoratori viene ridotto il premio da pagare, guadagnandoci. Ricordo che meno assenze significa più produttività».

Siamo indietro anche sotto questo versante.
«E’ così. Ad esempio non capisco perché l’Iva per le palestre sia al 21%. Siamo l’unico Paese al mondo. Lo sport va equiparato a un’attività paramedica. E servirebbe anche un inquadramento professionale per chi si occupa di benessere».


Lei è un imprenditore che ha creato migliaia di posti di lavoro. Il Paese naviga in cattive acque. Tra l’altro siamo tornati ad emigrare, come in passato: la Germania è una delle mete preferite. Che effetto le fa vedere l’Italia in questa situazione con tanti giovani senza lavoro?
«Manca la fiducia. E questo deriva da una mancanza di leadership al vertice. Bisogna tornare a fare anziché parlare. E occorre un progetto Italia, un obiettivo. Finché non si crea fiducia nei consumatori non possono ripartire i consumi e se non crescono i consumi non si creano posti di lavoro. Quello del wellness è un progetto. Ci credono milioni di persone, io ne sono molto orgoglioso e da dieci anni mi impegno per realizzarlo».

Si potrebbe partire da qui.
«Noi abbiamo tutte le carte in regola per diventare i primi produttori di benessere al mondo. Facendo leva su arte, cultura, movimento, sport, tecnologie per la salute, alimentazione. Bisogna fare sistema per valorizzarle. E’ come se sotto i piedi avessimo enormi giacimenti di petrolio: servono pozzi e raffinerie».

Redazione Fitness Lab

 

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