Il bodybuilding di Pier Venturato
Spesso si sente in giro di scuole di allenamento, metodi, sistemi….tutti potenzialmente validi ( oppure no) ma io sono dell’idea di imparare sempre dai migliori. Nella mia vita, sportiva e professionale, ho sempre applicato questa teoria e ha sempre portato ai migliori risultati.
Si sente spesso oggi parlare di old school… ma sappiamo davvero cosa significava?
In ambito di allenamento in palestra nessuno potrà obiettare che Pier Venturato sia stato il primo e miglior atleta italiano affermatosi a livelli professionistici mondiali. Come si allenava davvero?
Non reggono nemmeno le idiozie del “chissà cosa prendevano all’epoca” in quanto oggi purtroppo c’e’ un uso più che decuplicato di sostanze ma i risultati…. Almeno in Italia…
Sentire come si allenava Pier Venturato è da pelle d’oca, ma questo suo stoicismo lo portò a far si che tutti lo temessero e tutti lo venerassero in quanto anni luce più avanti rispetto ad altri atleti.
Il suo allenamento iniziò a 15 anni d’età ma la sua vera svolta avvenne quando, poco dopo, incontrò il suo mentore Serge Nubret.
Pier però, con il tempo e con l’esperienza, modificò a suo modo la tecnica di allenamento fino a concepire il suo sistema che, da trent’anni, per chi lo regge, sforna campioni. Moltissimi dei tecnici odierni sono infatti stati forgiati da Pier medesimo.
La sua tecnica è affrontabile da pochi e, a prima vista, appare un controsenso:
Molte serie, molte ripetizioni, molto carico e pochissimo recupero. Il tutto replicato per ciascun muscolo due volte a settimana ( tre per i gruppi carenti).
Gli esercizi fondamentali avevano la precedenza e il totale delle serie, per ciascun gruppo muscolare, raggiungeva le 30 (15 per le braccia) ciascuna da 12-20 ripetizioni, mai meno. Mentre i carichi utilizzati divenivano importanti, i tempi di recupero difficilmente superavano i 45 secondi.
Con tale entità di stimolo e tale frequenza, la qualità muscolare era la prima caratteristica che balzava all’occhio: muscoli rocciosi, separati e definiti a differenza delle masse acquose e lisce dei concorrenti; anche oggi, applicando i sistemi di Pier, si ottiene il medesimo risultato. Lascia poi il tempo che trova quando un atleta regionale dice ” ho vinto tutto allenandomi 4 volte a settimana)… ovviamente non è chiaro di che livelli qualitativi si parla quando si parla di Pier Venturato.
Guarda caso quando si esce dal nostro Paese e si contemplano altri atleti vincenti allenarsi…ricorrono le stesse caratteristiche allenanti: la vera old school, e sarà sempre un caso che gli atleti allenati così distanzino sempre nelle classifiche i fautori dei 3-4 allenamenti a settimana.
Ad oggi molti si arrendono alla durezza del sistema che non è per tutti bensì solo per i più determinati a vincere. Ovviamente il sistema è improponibile a chi si allena per stare bene o per fare una gara regionale ma è bene conoscere come stanno le cose e quale sia la strada per chi decide di uscire dal gregge e distinguersi.
Il mio post non vuole essere un attacco nè una provocazione bensì un resoconto della strada seguita dal Campione che tanto orgoglio ha portato all’Italia nel mondo.
A breve spero di potervi regalare un’intervista vera e propria proprio con Pier Venturato.
E ho tralasciato alcuni dettagli… ad esempio che il petto, essendo ai tempi il punto critico di PIer… veniva allenato 4 volte a settimana per 30 serie. E se guardate il pettorale di PIer in gara… non potete che dargli ragione.
Buona lettura
Buongiorno dottoressa, mi chiedevo se le tecniche usate da Pier siano altrettanto efficaci nel caso di atleti natural. E si così fosse, ci sono atleti natural che utilizzano questi protocolli ad altissimo volume e tempi di recupero così stretti? Grazie.
Ovviamente nessuna risposta…
Ovviamente,nessuna risposta.a mio avviso,sono tutte cazzate…amenochè,non si faccia uso di farmaci.
La mancanza di risposta é già una risposta: chiaramente un volume del genere é improponibile per un atleta natural.