Gli anziani come opportunità di business per il fitness
L’Italia è il paese più vecchio d’Europa essendo l’unico Stato nell’area Ocse ad aver già raggiunto quota 20 per cento come proporzione di persone di 65 anni e oltre sulla popolazione totale.
Infatti, come emerge dal “Libro bianco 2012 sulla salute dell’anziano e l’invecchiamento in buona salute”, redatto dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, nell’Italia di oggi, la popolazione di 65-74 anni corrisponde al 10,3 per cento della popolazione residente, mentre quella di 75 anni ed oltre è pari al 10 per cento.
Personalmente questi dati non li riassumerei con la frase “l’Italia è un paese vecchio”, che si accosta ad una accezione molto negativa, ma con la proposizione sicuramente meno dispregiativa e che lascia intravedere aspetti positivi “l’Italia è un paese longevo”.
In Italia, quindi, le persone vivono più a lungo. Ma, per dare connotati ancor di più positivi a questa affermazione, bisognerebbe poter aggiungere la restante frase “..e in buone condizioni di salute” .
Ritornando all’analisi demografica e proiettandoci ad una visione di medio-lungo termine ci accorgiamo che assisteremo negli anni a venire ad una importante evoluzione del “target anziani” che sarà rappresentato dai cosiddetti baby boomer, cioè quella fascia di popolazione nata tra il 1945 e il 1964, che attualmente si trova ad avere un’età compresa tra i 45 e i 65 anni, caratterizzati da un alto grado di scolarità, da un reddito più elevato goduto durante il corso della vita e che, nel periodo di pensionamento, si troverà garantito un livello economico superiore rispetto alla generazione precedente.
Per concludere questa parte introduttiva, utile per poi affrontare il discorso inerente al mercato del fitness, voglio riportare alcune interessanti dichiarazioni di uno studio condotto da Paola Umberta Ambroso dell’Osservatorio Retailing sulle opportunità di business degli “anziani”.
Secondo questa ricerca gli anziani:
– Grazie a una disponibilità economica non indifferente, sono interessati al consumo di prodotti e servizi diversi dai tradizionali prodotti primari;
– Amano viaggiare e sono grandi consumatori di viaggi;
– Frequentano volentieri le librerie e hanno diminuito il consumo di televisione come passatempo principale
– Cresce l’attenzione alla cura del proprio corpo sia facendo attività fisica, sia attraverso una maggiore prevenzione sia utilizzando creme cosmetiche, soprattutto per il viso.
– Sono tra i maggiori consumatori di caffè fuori casa.
– Ritengono lo shopping un’opportunità di socializzazione, un’esperienza di svago e un’attività fisica.
– Nei loro acquisti, soprattutto alimentari, sono attratti in maniera particolare dalle marche.
– Prestano molta attenzione al packaging e alla posizione dei prodotti a scaffale.
– Gli young senior (di età compresa tra i 65 e i 75 anni) sono mobili, esigenti, attenti al prezzo e agli aspetti nutrizionali dei prodotti. Al contrario, gli old senior, che superano i 75 anni, tendono a “viziarsi” di più, preferendo prodotti come merendine, gelati e surgelati, in quanto attratti più dal gusto che da attenzione alla salute.
– Mostrano una disponibilità relativamente elevata all’accettazione dei messaggi pubblicitari.
– Hanno una minore efficienza nell’elaborare le informazioni (maggiore nei senior con livello di istruzione più elevato e che mantengono uno stile di vita attivo e sono più motivati).
– L’utilizzo di strumenti di pagamenti elettronici è un dato di fatto ormai acquisito, destinato, anzi, a svilupparsi ulteriormente, con l’ingresso, nel segmento senior, dei baby boomer.
Non so voi, ma io, riflettendoci attentamente, ritengo che questo target di persone rappresenti una grande opportunità per il settore del fitness e non solo, soprattutto se visto in una prospettiva di specializzazione e di riposizionamento.
Da cinque anni osservo il mondo del fitness, soprattutto in Italia, e mi sono reso conto che non viene rivolta la giusta attenzione a questo segmento di mercato.
Molte palestre offrono corsi di ginnastica dolce e altre attività idonee ad un pubblico over 65 ma quasi sempre queste scelte/offerte non sono prese in una ottica di diversificazione.
Questo significa che le discipline per anziani sono solo alcune delle attività praticabili in palestra e che mancano una serie di servizi in grado di soddisfare le esigenze del cliente senior.
Nessuno di noi si è mai posto il problema se gli spogliatoi siano adeguati ai senior, se la musica sia di loro gradimento, se le luci e i colori della palestra trasmettano le giuste emozioni, se il modo di accogliere e di vendere loro i nostri servizi sia quello più consono, se le attrezzature siano adeguate, ecc ecc……Nessuno (o forse quasi nessuno), insomma, ha deciso di studiare e puntare su un modello di business specifico per questa tipologia di clienti.
Questo è veramente strano se analizziamo le statistiche demografiche e gli studi “qualitativi” della popolazione italiana negli ultimi anni e se consideriamo che l’attività fisica per gli anziani può rappresentare un ingrediente per una “vecchiaia” in salute.
Si è così tutti concentrati ad “accalappiarsi” il cliente standard ricorrendo spesso a promozioni che svendono ingiustamente la qualità dei nostri servizi e del nostro lavoro.
Si ha, insomma, paura di cambiare rotta e di puntare su nuovi mercati, restando spesso soffocati proprio da questo immobilismo.
Al Forum Club di Bologna dello scorso febbraio ho assistito all’interessante intervento di Nerio Alessandri, fondatore e Presidente di Technogym , che ha fatto oramai come sua mission di vita oltre che professionale l’ “obiettivo 30%” di penetrazione del fitness nella popolazione italiana.
L’obiettivo a mio parere è ambizioso ma raggiungibile. E’ necessario, però, cominciare ad allargare gli orizzonti strategici delle proprie imprese partendo forse proprio dallo studio attento di nuovi ed interessanti segmenti di mercato fino ad oggi poco esplorati come quello dei senior.
Quale è la vostra opinione?
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