L’aspettativa di vita degli italiani è in calo.

L’aspettativa di vita degli italiani è in calo.

Gli italiani stanno invecchiando, ma lo stanno facendo nel modo sbagliato. L’aspettativa di vita è in calo.

 

L’Italia è un paese di vecchi che rischiano di ammalarsi più del dovuto, e a risentirne è ovviamente la qualità della vita. Questo è il sunto del nuovo rapporto  Osservasalute 2015 (pubblicato dall’Osservatorio sulla salute delle Regioni italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) che nel certificare l’inesorabile invecchiamento della popolazione del Bel Paese (un italiano su cinque ha più di 65 anni) ci fa notare che all’aumento dell’età degli italiani non corrisponde altrettanta attenzione per la salute.




Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne, spiega Walter Ricciardi, direttore dell’osservatorio sulla Salute delle Regioni. Nel 2014, la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. L’andamento ha riguardato tutte le regioni.

Nella provincia di Trento si riscontra, sia per gli uomini sia per le donne, la maggiore longevità (rispettivamente, 81,3 anni e 86,1 anni). La Campania, invece, è la regione dove la speranza di vita alla nascita è più bassa, 78,5 anni per gli uomini e 83,3 anni per le donne.

Tra le cause di morte (dati 2012), quelle più frequenti sono le malattie ischemiche del cuore (ischemia, infarto, angina pectoris), responsabili di 75.098 morti (più del 12% del totale). Seguono le malattie cerebrovascolari come trombosi o ictus (61.255 morti, quasi il 10% del totale) e le altre malattie del cuore non di origine ischemica (48.384 morti, circa l’8% del totale).




In fondo il rapporto ci dice che gli italiani hanno anche preso delle buone abitudini, ad esempio è stato registrato un calo dei fumatori e una diminuzione del consumo di bevande alcoliche mentre aumentano coloro che non fanno uso di alcool. Gli italiani sono anche più sportivi e meno sedentari rispetto agli anni passati. I sedentari sono comunque tantissimi: 23 milioni e 500mila, il 39,9% della popolazione e metà della popolazione risulta in sovrappeso.

A giocare un ruolo rilevante nell’abbassamento della qualità della vita c’è però, secondo Osservasalute, una scarsa attenzione degli italiani per la propria salute. Mancanza di cura che si manifesta soprattutto nella mancanza di prevenzione. Su questo aspetto però la colpa non è solo degli italiani ma anche delle scelte politiche in ambito sanitario.

La prevenzione è la cenerentola della spesa sanitaria, alla quale lo Stato destina appena il 4,1% della spesa sanitaria complessiva.

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